Padre
Romedio ci ha lasciato. E’ stato tra noi 13 anni, ma il
solco di bene che ha impresso nel cuore della gente di
Sestri è pari al golfo azzurro che si apre dalla terrazza
dei Cappuccini. Scendendo da quel bianco tempio dedicato
all’Immacolata, dopo aver ascoltato Padre Romedio,
l’uomo di tutti i giorni carico dei suoi problemi, dei
suoi affanni materiali e spirituali, si sente un altro. Un
guarito. Era la bontà in persona, il fratello confessore
dotato di una saggezza divina che sapeva trasfondere
attraverso un sorriso, una battuta, una comunicazione che
t’invitava a guardare in Alto. Non c’è persona che
abbia conosciuto Padre Romedio che potrà dimenticarlo.
Un maestro di vita che il Signore ha voluto donare alla
nostra Sestri dopo i suoi 40 anni di missione in Africa, a
insegnare a quelle popolazioni la via del bene. In Eritrea
e in Costa d’Avorio intensa la sua opera missionaria,
insegnando tra l’altro nella scuola italiana ed eritrea.
Ed è proprio nella Missione di Mehelah che un giorno ha
rischiato di essere bruciato vivo. Un bimbo, per fare
chiaro al missionario, ha avvicinato una candela accesa a
un motore in riparazione che, al contatto con la benzina,
ha determinato una improvvisa fiammata. Nulla da fare per
il bimbo, mentre Padre Romedio, in condizioni disperate,
è stato trasportato a spalle per otto ore lungo tortuosi
sentieri fino al primo ospedale. Quel negretto sempre è
rimasto nel cuore di Padre Romedio e certamente sarà ora
stretto nelle sue braccia in un vincolo inseparabile
d’amore. La semplicità e l’umiltà non sempre
procedono, specie in questi tempi, con la fermezza e la
determinazione, fatto che invece in Padre Romedio sempre
abbiamo riscontrato.
Uomo
saggio che ha fatto delle parole di San Paolo il suo
credo: vivere nel mondo, ma non del mondo. Vivere talvolta
anche sorretti da una sana ironia.
Soltanto
in questi giorni abbiamo saputo che Padre Romedio, al
secolo Pio Endrizzi da Sporminore, ubertoso paese del
Trentino, era Dottore in Lettere con una tesi sulla
presenza italiana in Eritrea.
Il
nome religioso di Romedio viene da un grande santuario
intitolato a Santo Romedio, poco lontano dalla sua casa.
Cosa dire ancora di questo caro fratello se non
ringraziare Iddio di averlo posto nei nostri sentieri, di
poter ricordare il suo dolce sorriso, riudire il suo
fraterno saluto da coetanei del ‘23.
“Una
classe con qualche acciacco, ma sempre in gamba”. Una
battuta che spesso veniva a galla nei nostri incontri.
Battute che Padre Romedio soleva tradurre anche in
francese. “Merci”,
dunque, mon frère
Romedio per la tua vita che non è ora tolta, ma
soltanto trasformata nella luce di Cristo.
Tomaso
Rabajoli |