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Liturgia della IV Domenica del Tempo Ordinario - Anno B * |
Commento alle Letture tratto dal MESSALE DELL'ASSEMBLEA CRISTIANA - FESTIVO opera del CENTRO CATECHISTICO SALESIANO Leumann (Torino) Editori ELLE DI CI - ESPERIENZE - EDIZIONI O.R. - QUERINIANA |
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LETTURE:
Dt 18,15-20;
Sal 94;
1 Cor 7,32-35;
Mc 1,21-28 |
Profeta, personaggio scomodo |
La prima lettura e il vangelo si richiamano e si completano, così
come la promessa esige il dono, e l’attesa invoca la venuta. Oggetto
della promessa e dell’attesa è il grande
profeta che Dio susciterà come un secondo Mosè. La storia della salvezza è storia di Dio che parla con il suo popolo; in questa storia il profetismo
appare come una delle linee di forza che percorrono tutta l’esistenza
di Israele come popolo, e caratterizzano la sua esperienza religiosa fin
dai tempi di Mosè. Susciterò
un profeta in mezzo a loro Il profeta non è soltanto colui che predice o svela un evento
futuro. Egli è prima di tutto un intermediario con l’Assoluto,
portatore fedele della parola di Dio. Il profetismo s’innesta in
questo contesto di bisogno della parola di Dio e si caratterizza come
punto di incontro dell’uomo con la verità e la volontà di Dio. Molto
spesso il profeta denuncia le mancanze che si commettono contro la Legge
anche se c’è un’osservanza legale della lettera; egli lotta contro
le vuote abitudini di un passato che viene confuso con le sue morte
sopravvivenze. Egli condanna il culto esteriore e i sacrifici che
nascondono l’ipocrisia e l’ingiustizia. Il profeta è costituito da Dio «per sradicare e demolire, per
distruggere e abbattere, per edificare e piantare» (Ger
1,10). Per questo il suo impatto con il popolo è più sovente uno
scontro che un incontro. La Legge era per
l’ebreo luogo privilegiato d’incontro con la volontà di Dio, ma
portava con sé il rischio di un’osservanza letterale, giuridica,
senza anima né cuore. L’incontro fra il profeta e il popolo di Dio
avviene proprio sul terreno della Legge. Profetismo e Legge
(istituzioni, tradizioni e culto) non esprimono due opzioni o due
contenuti divergenti, si tratta di funzioni distinte, di settori che non
sono tra loro isolati. Ci sono anche dei falsi
profeti (prima lettura), ci sono persone che si illudono di essere portatori della parola di Dio, quando sono solo
eco di parole umane. Gesù viene presentato nel vangelo non solo come colui che chiude
storicamente la serie dei profeti antichi, ma come colui che porta a
compimento le promesse, colui nel quale si svela e si realizza il
progetto di Dio sull’umanità. Egli non si limita come gli scribi e i farisei a ripetere e a
ricordare la parola di Dio, egli « insegna come uno che ha autorità »
e accompagna le sue parole con la potenza dei miracoli. La guarigione
dell’indemoniato diventa segno profetico di una liberazione in atto,
della venuta del regno di Dio, dell’inizio del nuovo popolo. Profeti e comunità profetiche nella Chiesa Esistono ancora oggi i profeti? Quale è il loro compito nella
Chiesa? Con quali segni si presentano? La visione della storia umana secondo la logica di Dio ci è data
dalla parola che egli ha affidato alla comunità degli uomini. Tale
parola non è sepolta in un libro, ma vive in una comunità; anzi
costruisce la comunità e la comunità, rileggendo e attualizzando la
parola, la arricchisce, l’approfondisce. La denuncia profetica La funzione del profeta è primariamente « critica ». La Chiesa
come realtà umana è soggetta alla tentazione di adagiarsi sulle
conquiste fatte, o sul rimpianto di equilibri perduti. La tentazione di
dare ad istituzioni, ad espressioni religiose il carattere di
definitività e assolutezza, è ad ogni passo del suo cammino. Ê facile
ritenere acquisito per sempre ciò che è solo un momento della storia.
La comunità cristiana ha bisogno di denuncia critica proprio quando
ritiene di essere ormai testimonianza trasparente della comunione con
Dio. La denuncia profetica non è iniziativa della Chiesa ma dello
Spirito Santo. I profeti si incontrano dove meno e quando meno li
attendiamo. Lo Spirito suscita i profeti anche al di là dei confini
sociologici della Chiesa. Ogni uomo, ogni comunità umana può diventare
profezia. Non esiste solo una profezia all’interno della Chiesa, ma la stessa comunità cristiana è « profezia » nei confronti di tutta la comunità umana: fonte di critica contro ogni assolutizzazione, o ideologia disumanizzante, o potere opprimente. Denuncia di razzismo, sfruttamento economico, mancanza di rispetto della vita. Tutto questo presuppone una comunità in verifica continua della sua fedeltà al messaggio, perché la sua profezia non sia alienante controtestimonianza. |
Cristo ci ha chiamati al suo regno e alla sua gloria Dalla «Lettera ai cristiani di Smirne» di
sant'Ignazio di Antiochia, vescovo e martire (Intr.; Capp. 1, 1 -4, 1 Funk 1, 235-237) |
MESSALE Antifona
d'Ingresso Sal
105,47
et cóngrega nos de natiónibus, ut confiteámur nómini sancto tuo, et gloriémur in laude tua.
Oppure: O Padre, che nel Cristo tuo Figlio ci hai dato l'unico maestro di sapienza e il liberatore dalle potenze del male, rendici forti nella professione della fede, perché in parole e opere proclamiamo la verità e testimoniamo la beatitudine di coloro che a te si affidano. Per il nostro Signore Gesù Cristo...
LITURGIA DELLA PAROLA
Prima Lettura Dt 18, 15-20 Susciterò
un profeta e gli porrò in bocca le mie parole.
Mosè parlò al
popolo dicendo: «Il Signore, tuo Dio, susciterà per te, in mezzo a te,
tra i tuoi fratelli, un profeta pari a me. A lui darete ascolto. Avrai
così quanto hai chiesto al Signore, tuo Dio, sull'Oreb, il giorno
dell'assemblea, dicendo: "Che io non oda più la voce del Signore, mio
Dio, e non veda più questo grande fuoco, perché non muoia".
Venite, cantiamo al Signore, La
vergine si preoccupa delle cose del Signore, per essere santa.
Fratelli, io vorrei che foste senza preoccupazioni: chi non è sposato si
preoccupa delle cose del Signore, come possa piacere al Signore; chi è
sposato invece si preoccupa delle cose del mondo, come possa piacere
alla moglie, e si trova diviso! Alleluia, alleluia.
Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce, Alleluia.
Insegnava loro come uno che ha autorità.
In quel tempo, Gesù,
entrato di sabato nella sinagoga,
[a Cafàrnao,] insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti
insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi.
Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è
mai questo? Un insegnaménto nuovo, dato con autorità. Comanda persino
agli spiriti impuri e gli obbediscono!».
Sulle
Offerte Illúmina fáciem tuam super servum tuum, et salvum me fac in tua misericórdia. Dómine, non confúndar, quóniam invocávi te.
Oppure: Cf Mc 1,24 «Io so chi tu sei, Gesù Nazareno:
Dopo
la Comunione |
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