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Liturgia delle Ore - Ufficio delle Letture |
1
MAGGIO
V
SETTIMANA DI
PASQUA
-
MARTEDÌ
SAN GIUSEPPE LAVORATORE
(mf)
UFFICIO
DELLE LETTURE
INVITATORIO
V. Signore, apri le mie labbra
R. e la mia bocca proclami la tua lode.
Antifona
Adoriamo Cristo, nostro Dio,
chiamato figlio del lavoratore, alleluia.
SALMO 94 Invito
a lodare Dio
(
Il Salmo 94 può essere sostituito dal salmo 99 o 66 o 23 )
Esortandovi a vicenda ogni giorno, finché dura « quest'oggi »
(Eb 3,13).
Si enunzia e si ripete l'antifona.
Venite, applaudiamo al Signore, *
acclamiamo alla roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie, *
a lui acclamiamo con canti di gioia (Ant.).
Poiché grande Dio è il Signore, *
grande re sopra tutti gli dèi.
Nella sua mano sono gli abissi della terra, *
sono sue le vette dei monti.
Suo è il mare, egli l'ha fatto, *
le sue mani hanno plasmato la terra (Ant.).
Venite, prostràti adoriamo, *
in ginocchio davanti al Signore che ci ha creati.
Egli è il nostro Dio, e noi il popolo del suo pascolo, *
il gregge che egli conduce (Ant.).
Ascoltate oggi la sua voce: †
« Non indurite il cuore, *
come a Merìba, come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri: *
mi misero alla prova pur avendo visto le mie opere (Ant.).
Per quarant'anni mi disgustai di quella generazione †
e dissi: Sono un popolo dal cuore traviato, *
non conoscono le mie vie;
perciò ho giurato nel mio sdegno: *
Non entreranno nel luogo del mio riposo » (Ant.).
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre *
nei secoli dei secoli. Amen (Ant.).
Inno
Santa e dolce dimora,
dove Gesù fanciullo
nasconde la sua gloria!
Giuseppe addestra all'umile
arte del falegname
il Figlio dell'Altissimo.
Accanto a lui Maria
fa lieta la sua casa
di una limpida gioia.
La mano del Signore
li guida e li protegge
nei giorni della prova.
O famiglia di Nazareth,
esperta del soffrire,
dona al mondo la pace.
A te sia lode, o Cristo,
al Padre ed allo Spirito
nei secoli dei secoli. Amen.
1^ Antifona
Il Signore fa giustizia per i poveri, alleluia.
SALMO 9 B 22-32 (I) Preghiera e ringraziamento
Beati voi poveri, perché vostro è il regno di Dio (Lc 6, 20).
Perché, Signore, stai lontano, *
nel tempo dell'angoscia ti nascondi?
Il misero soccombe all'orgoglio dell'empio *
e cade nelle insidie tramate.
L'empio si vanta delle sue brame, *
l'avaro maledice, disprezza Dio.
L'empio insolente disprezza il Signore: †
«Dio non se ne cura: Dio non esiste» ; *
questo è il suo pensiero.
Le sue imprese riescono sempre. †
Son troppo in alto per lui i tuoi giudizi: *
disprezza tutti i suoi avversari.
Egli pensa: «Non sarò mai scosso, *
vivrò sempre senza sventure».
Di spergiuri, di frodi e d'inganni
ha piena la bocca, *
sotto la sua lingua sono iniquità e sopruso.
Sta in agguato dietro le siepi, *
dai nascondigli uccide l'innocente.
I suoi occhi spiano l'infelice, *
sta in agguato nell'ombra come un leone nel covo.
Sta in agguato per ghermire il misero, *
ghermisce il misero attirandolo nella rete.
Infierisce di colpo sull'oppresso, *
cadono gl'infelici sotto la sua violenza.
Egli pensa: «Dio dimentica, *
nasconde il volto, non vede più nulla».
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre *
nei secoli dei secoli. Amen.
1^ Antifona
Il Signore fa giustizia per i poveri, alleluia.
2^ Antifona
L'affanno e il dolore degli umili,
tu li vedi, o Signore, alleluia.
SALMO 9 B 33-39 (II) Preghiera e ringraziamento
Beati voi poveri, perché vostro è il regno di Dio (Lc 6, 20).
Sorgi, Signore, alza la tua mano, *
non dimenticare i miseri.
Perché l'empio disprezza Dio *
e pensa: «Non ne chiederà conto» ?
Eppure tu vedi l'affanno e il dolore, *
tutto tu guardi e prendi nelle tue mani.
A te si abbandona il misero, *
dell'orfano tu sei il sostegno.
Spezza il braccio dell'empio e del malvagio; *
punisci il suo peccato e più non lo trovi.
Il Signore è re in eterno, per sempre: *
dalla sua terra sono scomparse le genti.
Tu accogli, Signore, il desiderio dei miseri, *
rafforzi i loro cuori, porgi l'orecchio
per far giustizia all'orfano e all'oppresso; *
e non incuta più terrore l'uomo fatto di terra.
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.
2^ Antifona
L'affanno e il dolore degli umili,
tu li vedi, o Signore, alleluia.
3^ Antifona
Le parole del Signore sono pure,
argento raffinato nel fuoco, alleluia.
SALMO 11 Preghiera nella persecuzione
Dio Padre si è degnato di mandare il suo Figlio per noi, poveri
(sant’Agostino).
Salvami, Signore! Non c'è più un uomo fedele; *
è scomparsa la fedeltà tra i figli dell'uomo.
Si dicono menzogne l'uno all'altro, *
labbra bugiarde parlano con cuore doppio.
Recida il Signore le labbra bugiarde, *
la lingua che dice parole arroganti,
quanti dicono: «Per la nostra lingua siamo forti, †
ci difendiamo con le nostre labbra: *
chi sarà nostro padrone?».
«Per l'oppressione dei miseri e il gemito dei poveri, †
io sorgerò, dice il Signore, *
metterò in salvo chi è disprezzato».
I detti del Signore sono puri, †
argento raffinato nel crogiuolo, *
purificato nel fuoco sette volte.
Tu, o Signore, ci custodirai, *
ci guarderai da questa gente per sempre.
Mentre gli empi si aggirano intorno, *
emergono i peggiori tra gli uomini.
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre *
nei secoli dei secoli. Amen.
3^ Antifona
Le parole del Signore sono pure,
argento raffinato nel fuoco, alleluia.
Versetto
V. Cristo risorto dai morti non muore più, alleluia,
R. su di lui la morte non ha più potere, alleluia.
Prima Lettura
Dal libro dell'Apocalisse di san Giovanni, apostolo 20, 1-15
L'ultima
lotta del dragone
Io,
Giovanni, vidi un angelo che scendeva dal cielo con la chiave
dell'Abisso e una gran catena in mano. Afferrò il dragone, il serpente
antico — cioè il
diavolo, satana — e
lo incatenò per mille anni; lo gettò nell'Abisso, ve lo rinchiuse e ne
sigillò la porta sopra di lui, perché non seducesse più le nazioni, fino
al compimento dei mille anni. Dopo questi dovrà essere sciolto per un
po' di tempo. Poi vidi alcuni troni e a quelli che vi si sedettero fu
dato il potere di giudicare. Vidi anche le anime dei decapitati a causa
della testimonianza di Gesù e della parola di Dio, e quanti non avevano
adorato la bestia e la sua statua e non ne avevano ricevuto il marchio
sulla fronte e sulla mano. Essi ripresero vita e regnarono con Cristo
per mille anni; gli altri morti invece non tornarono in vita fino al
compimento dei mille anni. Questa è la prima risurrezione. Beati e santi
coloro che prendon parte alla prima risurrezione. Su di loro non ha
potere la seconda morte, ma saranno sacerdoti di Dio e del Cristo e
regneranno con lui per mille anni.
Quando i mille anni saranno compiuti, satana verrà liberato dal suo
carcere e uscirà per sedurre le nazioni ai quattro punti della terra,
Gog e Magog, per adunarli per la guerra: il loro numero sarà come la
sabbia del mare. Marciarono su tutta la superficie della terra e cinsero
d'assedio l'accampamento dei santi e la città diletta. Ma un fuoco scese
dal cielo e li divorò. E il diavolo, che li aveva sedotti, fu gettato
nello stagno di fuoco e zolfo, dove sono anche la bestia e il falso
profeta: saranno tormentati giorno e notte per i secoli dei secoli.
Vidi poi un grande trono bianco e Colui che sedeva su di esso. Dalla sua
presenza erano scomparsi la terra e il cielo senza lasciar traccia di
sé. Poi vidi i morti, grandi e piccoli, ritti davanti al trono. Furono
aperti dei libri. Fu aperto anche un altro libro, quello della vita. I
morti vennero giudicati in base a ciò che era scritto in quei libri,
ciascuno secondo le sue opere. Il mare restituì i morti che esso
custodiva e la morte e gli inferi resero i morti da loro custoditi e
ciascuno venne giudicato secondo le sue opere. Poi la morte e gli inferi
furono gettati nello stagno di fuoco. Questa è la seconda morte, lo
stagno di fuoco. E chi non era scritto nel libro della vita fu gettato
nello stagno di fuoco.
Responsorio 1 Cor 15, 25. 26; Ap 20, 13. 14
R. Bisogna che Cristo regni, finché non abbia posto tutti i nemici sotto
i suoi piedi. * l'ultimo nemico annientato sarà la morte, alleluia.
V. La morte e gli inferi resero i morti da loro custoditi, poi la morte
e gli inferi furono gettati nel lago di fuoco:
R. l'ultimo nemico annientato sarà la morte, alleluia.
Seconda
Lettura
Dalla
Costituzione pastorale «Gaudium et spes» del Concilio ecumenico Vaticano
II sulla Chiesa nel mondo contemporaneo
(Nn. 33-34)
L'attività
umana nell'universo
Con il suo
lavoro e con l'ingegno l'uomo ha sempre cercato di sviluppare maggiormente
la sua vita. Oggi poi specialmente con l'aiuto della scienza e della
tecnica ha dilatato e continuamente dilata il suo dominio su quasi tutta
la natura e principalmente in forza dei maggiori mezzi dovuti all'intenso
scambio tra le nazioni, la famiglia umana poco alla volta si riconosce e
si costituisce come una comunità unitaria nel mondo intero. Da qui viene
che molti beni che l'uomo si aspettava soprattutto dalle forze superiori,
oggi ormai se li procura con la propria iniziativa. Di fronte a questo
immenso sforzo che investe ormai tutto il genere umano, sorgono tra gli
uomini parecchi interrogativi. Qual è il senso e il valore dell'attività
umana? Come si deve usare dei suoi frutti e delle sue risorse? Al
raggiungimento di quale fine tendono gli sforzi sia dei singoli che delle
collettività?
La Chiesa, che custodisce il deposito della parola di Dio, fonte dei
principi religiosi e morali, anche se non ha sempre pronta la risposta
alle singole questioni, desidera unire la luce della rivelazione alla
competenza di tutti, perché sia illuminata la strada che l'umanità ha da
poco imboccato. Per i credenti è certo che l'attività umana individuale
e collettiva, con quello sforzo immenso con cui gli uomini lungo i
secoli cercano di cambiare in meglio le condizioni di vita, risponde al
disegno divino. L'uomo, creato ad immagine di Dio, ha ricevuto il
mandato di sottomettere a sé la terra con tutto ciò che è contenuto in
essa, di governare il mondo nella giustizia e nella santità, di
riconoscere Dio come creatore di tutto e, conseguentemente, di riferire
a lui se stesso e tutto l'universo, di modo che, assoggettate all'uomo
tutte le cose, il nome di Dio sia glorificato su tutta le terra.
Questo vale pienamente anche per il lavoro di ogni giorno.
Quando uomini e donne per procurare il sostentamento a sé e alla
famiglia, esercitano il proprio lavoro così da servire la società,
possono giustamente pensare che con la loro attività prolungano l'opera
del Creatore, provvedono al benessere dei fratelli e concorrono con il
personale contributo a compiere il disegno divino nella storia. I
cristiani pensano che quanto gli uomini hanno prodotto con il loro ingegno
e forza non si oppone alla potenza di Dio, né che la creatura razionale sia
quasi rivale del Creatore. Sono persuasi che le vittorie del genere umano
sono segno della grandezza di Dio e frutto del suo ineffabile disegno.
Quanto più cresce la potenza degli uomini, tanto più si estende e si
amplia la responsabilità, sia individuale che collettiva. Gli uomini non
sono distolti dalla edificazione del mondo dal messaggio cristiano, né
sono spinti a disinteressarsi del bene dei loro simili, ma anzi ad operare
più intensamente per questo scopo.
Responsorio Cfr.
Gn 2, 8. 15
R. Il Signore Dio collocò l'uomo, che aveva plasmato, nel giardino di
Eden, * perché coltivasse e custodisse l'opera del creatore, alleluia.
V. Con questo compito ha creato l'uomo:
R. perché coltivasse e custodisse l'opera del creatore, alleluia.
Orazione
O Dio, che
nella tua provvidenza hai chiamato l'uomo a cooperare con il lavoro al
disegno della creazione, fa' che per l'intercessione e l'esempio di san
Giuseppe siamo fedeli alle responsabilità che ci affidi, e riceviamo la
ricompensa che ci prometti. Per il nostro Signore.
R. Amen.
Benediciamo il Signore.
R. Rendiamo grazie a Dio.
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